Sulla cura dell’anima

Una sera stavo tornando a casa in macchina e la radio passava un bellissimo pezzo jazz. Pensai:
“che bello questo pezzo, è proprio un toccasana per l’anima”.
Ma che cos’è l’anima, e perché bisogna curarla?
L’anima io non la intendo con le accezioni che sono proprie delle religioni organizzate, essa è piuttosto la capacità di raziocinio e di provare emozioni e sentimenti (che sono peculiarità dell’essere umano), insieme con la complessità della nostra chimica cerebrale. Quindi bisogna
prendersene cura come si prende cura di ogni altro aspetto della nostra esistenza. Anzi, bisogna curarla a maggior ragione, in virtù del fatto che l’anima così intesa è alla base della nostra stessa essenza.
Ognuno ha un’anima unica, che è diversa da quella di qualcun altro. Questo perché ognuno ha una propria sensibilità. E ognuno cura la propria anima a modo suo, in base al proprio bagaglio culturale, alle proprie esperienze ed alle circostanze in cui vive. Noi non nasciamo con un’anima già fatta, ma questa cresce insieme a noi man mano che impariamo, recepiamo ed assimiliamo cose nuove ed infine ci acculturiamo. Poi l’anima muore insieme al nostro corpo.
Alcuni si prendono cura della propria anima utilizzando sostanze che alterano la chimica cerebrale.
Chi ha un problema di salute mentale spesso ha bisogno di ricorrere a farmaci per curare la propria anima e condurre così un’esistenza che sia la più vicina possibile alla “normalità”.
Il confine tra farmaco e droga è labile, ed infatti nella lingua inglese entrambi sono denominati dalla stessa parola: “drugs”.
Non sorprende che l’ultima frontiera della psichiatria sia di trattare la depressione con gli psichedelici, o il disturbo post-traumatico da stress con l’MDMA.
Lo psichiatra ceco Stanislav Grof arriva addirittura a sostenere (nel documentario “La sostanza – Storia dell’LSD”) che “L’LSD diventa [per la psichiatria, nda] paragonabile alla funzione del microscopio in biologia e medicina o del telescopio in astronomia”.
Esiste anche un filone filosofico, iniziato da Aldous Huxley ne “Le porte della percezione”, che predica l’uso degli psichedelici per la ricerca interiore, o, come la intendo io, per entrare in contatto con la propria anima.
Ovviamente c’è anche chi usa le droghe in maniera puramente ricreativa, per dare svago alla mente e all’anima. Questa pratica, tuttavia, è molto pericolosa perché rischia di danneggiare l’anima anziché curarla.
Un danno all’anima lo fanno anche alcune malattie come l’Alzheimer, la demenza senile e simili, oppure l’anima può essere danneggiata in seguito ad un danno cerebrale, e non c’è cosa più triste che vedere un’anima spegnersi lentamente.
Un altro modo per prendersi cura dell’anima è fare attività fisica, in quanto con questa pratica si sprigionano sostanze benefiche per il cervello. Anche fare l’amore produce queste sostanze nel cervello, senza contare che in questo caso si provano anche emozioni e sentimenti molto forti; insomma fare l’amore è una delle cure più complete per l’anima.
Ma veniamo ora a quella che secondo me è la vera salvezza dell’anima: l’arte!
Bisogna distinguere fra contemplazione e creazione dell’arte.
Con la contemplazione dell’arte l’anima recepisce da un’opera (che può essere un quadro, una scultura, un libro, un film, un opera teatrale o musicale ecc.) i sentimenti e le emozioni che l’artista vuole trasmettere. La creazione dell’arte è ugualmente salvifica. Per creazione dell’arte non intendo solo creare un’opera di qualsiasi tipo, bensì anche creare o modificare oggetti. Per esempio, creare un vaso di ceramica, piuttosto che diagnosticare e riparare un problema ad un motore, piuttosto che lavorare all’uncinetto, per me sono forme d’arte, ed esse danno sollievo all’anima. Infine c’è il confronto tra culture diverse che arricchisce enormemente l’anima. Lo scambio di sensibilità diverse è molto benefico.
Per concludere, io credo che ogni essere umano debba aver cura della propria anima così come si ha cura di una bellissima pianta.
Questo induce ad una sorta di eutimia dell’anima stessa.

Autore anonimo per comedonchisciotte.org

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